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Chiavi di ricerca, volume tre (di millemila)

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È con gioia inebriante che resuscito la rubrica Chi trova un Tegamini, trova un tesoro, al grido di “cosa mai avrà voluto dire”. Per riprendere un po’ il passo, limitiamoci alle chiavi di ricerca degli ultimi sette giorni, che molte soddisfazioni ci daranno. Come sempre, grazie, sconosciuti navigatori. Grazie, per la vostra infinita inopportunità.

A questo giro si parlerà di concetti impervi alla mente umana, cadaveri, piccioni schifosi, divinità, disperate somiglianze, ipnosi, tubature otturate e della minzione del gabbiano.
Cose sublimi.

Quindi. Che cosa ha cercato la gente per approdare su Tegamini?

TI AUGURO UN MONDO

È un augurio pronunciabile solo dagli Dei. In particolare da un Dio a suo figlio, per il compleanno. Possibilmente da una grande altezza, nello spazio siderale, con le comete che sfrecciano da tutte le parti. Lì in mezzo, con tanto di braccia spalancate verso l’immane vuoto dell’universo, il Dio-senior tuonerà al Dio-junior:

FIGLIO MIO, TI AUGURO UN MONDO.

E se lo dice un Dio di una certa esperienza, succederà.

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IL NARVALO SOMIGLIA

Il narvalo non somiglia a niente che non sia estinto,  mitologico o estremamente poco funzionale… è lo spremiagrumi-ufo di Philippe Starck del mondo animale. È fatto in un modo che non gli serve a niente e che anzi, lo ostacola e lo imbarazza oltre ogni immaginazione. Se ci pensiamo bene, non si riesce a tirar fuori un paragone piacevole per commentare le fattezze del narvalo. Io ci ho provato, e sono uscite  solo cose molto offensive e indelicate.
Il narvalo conduce un’esistenza di solitudine, mestizia e grossolani errori evoluzionistici. Vive male, e si vede. Andrebbe aiutato, ascoltato… magari addirittura capito. Altro che quei grassoni dei panda, aiutiamo i narvali a ritrovare il sorriso, anche se nessuno sa bene dove sia.

Per chi, mosso da compassione, volesse capire fino a che punto si estende la scalogna del mesto cetaceo, può approfondire con Il sempre frainteso narvalo, lettura molto istruttiva… quasi per le scuole.

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PIPI’ DI GABBIANO

Credo che al gabbiano succeda tutto insieme, in un gran patatrac.

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SPUTACCHIONE

Animale? Vegetale?
Bipede? Quadrupede?
Lo sputacchione è qualcosa di sfuggente, forse creatura o forse complessa astrazione, rimane un ammasso concettualmente evanescente, qualcosa che la mente non è ancora in grado di circoscrivere. Un po’ come quando vai dal catechista e gli chiedi, con la tua ferrea logica di bambino, qualcosa tipo “ma perchè se Gesù ci vuole così bene ha permesso che la mamma, il papà e la sorellina del mio compagno di banco venissero dilianiati da un branco di puma?”. Bingo. La risposta del catechista di solito somiglia a un “vedi, o pecorella smarrita, il Signore ha un piano per tutti noi, ma noi siamo piccoli e peccatori, la nostra mente molto spesso è troppo semplice per comprendere che cosa Lui si aspetta da noi e che cosa ci riserverà. E ora, vai a dire dieci Avemaria”.
Ecco.
Uguale con lo sputacchione.

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RUBARE UN MORTO

Come tutti ben ricordiamo, il cadavere di Mike Bongiorno è ancora a spasso – o almeno credo. È a zonzo da sei mesi buoni. La cosa mi inquieta, ma mi fa anche pensare.
Si sa, gli zombie sviluppano dei poteri inimmaginabili, se costretti a difendersi o a cercare di aver ragione delle avversità. Diventano capaci di abbattere muri, di dividere mucche a metà, di spaventare tantissimo i passanti e di emanare l’odore più spaventoso dell’universo. Insomma, lo zombie crea scompiglio. Morde, contagia, disturba le folle, suscita grida, raccapriccio, fughe di massa. Se Mike Bongiorno fosse diventato uno zombie, di certo qualcuno l’avrebbe già messo su YouTube, specificando però che si trattava di immagini appena girate, che il rischio di confondersi con le ultime puntate della Ruota della Fortuna è alto.
Ma noi non abbiamo visto niente e non ci sono perturbazioni nella Forza. Che dire. Alla luce di tutto questo, possiamo concludere con buona certezza che Mike non è uno zombie.
E allora, che ne è stato di lui?
Da quel che ho capito, i ladri hanno chiesto un riscatto, creando – di fatto – un nuovo ramo di specializzazione nel già florido mondo del sequestro di persona. Se ci si riflette, sequestrare un morto è molto più semplice che rapire un tizio vivo, uno che mangia, si lamenta e può scappare. C’è un casino da fare. Bisogna essere di guardia tutto il tempo, il tizio rapito va spostato in giro, bisogna cercare di non cedere alla pietà, bisogna intimidire la famiglia mandando pezzi d’orecchio e cose così.
Coi morti no. Non vanno da nessuna parte – almeno in questo piano del reale -, non richiedono manutenzione, possono essere parcheggiati in un posto sicuro mentre si cerca di farsi dare dei soldi. È un affarone, soprattutto se si sceglie uno che ha una di quelle belle cappelle di famiglia col marmo pulito e i fiori freschi ogni settimana. E poi, c’è la crisi, bisogna pur campare, noi che siamo ancora vivi.
Non mi sorprendo, DUNQUE, che qualcuno cerchi su internet “rubare un morto”: il modello di business è vincente e solido. Nuovi competitor stanno cercando di farsi strada nel settore.

Per i necrofili schifosi che volessero approfondire: TegaminiDel perchè avrebbe avuto senso rubare un altro morto

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PICCIONE SEI COGLIONE

Il piccione è uno degli animali più discriminati del mondo. Ma giustamente, secondo me.
Credo dipenda dalla riprovevole voracità che li caratterizza, insieme al talento che dimostrano nel presentarsi all’uomo sempre al loro peggio. Avrò visto, che ne so, due piccioni non spelacchiati o zoppi in tutta la vita. Il piccione è sempre stazzonato, un po’ storto, di colori indefinibili ma tutti capaci di evocare l’idea di sporcizia stratificata. E poi sono tantissimi. Mettono l’ansia. Sei lì, che attraversi giocondo una grande piazza, orgoglio italico, la piazza, e rischi di prenderti un piccione in fronte. Proprio tu, che da piccolo gli davi pure da mangiare, col sacchettino di semi e la mamma dietro, saggiamente armata di battipanni.
Oltre che ingrato, il piccione non è nemmeno capace di vendersi bene all’uomo. Tanto per cominciare, chi ha mai visto un piccione neonato? L’uomo si intenerisce alla vista dei cuccioli, è dimostrato. Perfino i cuccioli di iena riescono a fari voler bene, magari da persone miopi, va bene, ma anche i miopi hanno un cuore. I piccoli piccioni semplicemente non esistono, nascono già così, pam, di mezzo chilo. Non danno l’opportunità all’essere umano di squagliarsi in carinerie e non si fanno neanche soccorrere dai bambini, visto che non cadono dal nido. A me i merli e i passerotti piacciono un casino, ed è anche perchè mi ricordo di quei due che ho salvato da gatti giganti e pneumatici da neve tornando da scuola. Ho passato una giornata a impartire ordini a un mini-merlo affinchè si appollaiasse sulla mia spalla e sbattesse le ali quando gridavo ALL’ARREMBAGGIO. Era costernato, ma poi l’ho rimpinzato di briciole di Saccottino e ha capito che ero innocua, forse un po’ strana, ma innocua.
Insomma, se disprezzate i piccioni, avete ragione.

——

TUBI DELLA DOCCIA NON SCENDE ACQUA

Forse qualcosa ci è finito dentro. È un tubo, non un acceleratore di particelle, non può essere così complicato. Guardaci dentro, che ne so. E se esce qualcosa che ti morde, cambia casa.

 

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